E se fra Windows e Android, nel campo dei sistemi operativi per netbook, a godere fosse invece Chrome Os, la piattaforma "browser based" di cui Google ha da poco rilasciato agli sviluppatori il codice sorgente? La domanda è provocatoria e forse temporalmente fuori luogo – Microsoft detiene oltre il 90% della quota di mercato nei mini computer portatili e di prodotti "pure" Android ancora non ce n'è uno in vendita – ma potrebbe avere una certa rilevanza a partire da metà 2010. La considerazione trova conferma in una notizia rimbalzata nei giorni scorsi da Taiwan, dove uno dei top manager di Acer, J.T. Wang, avrebbe rilasciato al sito hi-tech Digitimes dichiarazioni molto precise circa il fatto che la casa taiwanese sarebbe in pole position per portare sul mercato il primo netbook a piattaforma Chrome OS. I tempi di rilascio di questo netbook sarebbero in realtà previsti non prima della metà del 2010 e ciò che rassicurerebbe Acer nel sentirsi davanti a tutti è il fatto che, a quanto sembra, nessuna delle altre aziende impegnate sulla piattaforma in questione - Asus, Hewlett-Packard, Lenovo e Toshiba – danno l'idea di essere nella condizione (anche per precisa scelta) di anticipare rilasci prima della fine dell'anno prossimo.
C'è invece un altro grande nome dei personal computer che ha mosso i primi seri passi sul fronte dei pc bonsai "Chrome inside" e questa è Dell. La casa texana, per bocca di uno dei suoi "technology strategist", ha informato pubblicamente utenti e clienti in un blog di aver sviluppato una versione del proprio netbook Mini 10v utilizzando Chrome Os. Peccato che, a detta di vari addetti ai lavori, si tratti di prodotto non ufficiale, di una versione cioè sperimentale di cui non si conoscono le reali intenzioni quanto a possibile prossima commercializzazione.
Anche del netbook di Acer, per contro, nulla si sa o quasi e le uniche indicazioni sul come potrebbe essere questo dispositivo si devono desumere dalle indicazioni, per altro non troppo precise, rilasciate da Google il mese scorso in occasione della prima demo pubblica del suo Chrome Os. I mini pc open source di nuova generazione avranno cioè una tastiera più grande, schermi extra large, processori x86 (leggi Intel Atom) o Arm (Qualcomm Snapdragon per esempio), dischi allo stato solido e modulo Wi-Fi 802.11n (con il WiMax come opzione). L'intenzione di Google, dicono i bene informati per lo meno, è quella di proporre questi netbook attraverso il canale privilegiato dei carrier telefonici sfruttando l'ormai consolidata accoppiata computer/contratto di servizio per la connettività Internet. Difficile quindi sapere oggi quanto i pc bonsai con Chrome Os potranno costare al pubblico e in che cosa, tecnicamente e funzionalmente, si differenzieranno da quelli targati Windows 7. Per i produttori di pc si tratterà in primo luogo di scegliere fra l'oneroso (ma quanto? 30 dollari o giù di lì) ma di gran lunga preferito dai consumatori sistema operativo di Microsoft e quello aperto e a "costo zero" di Google. Agli utenti spetterà quindi l'ultima parola e quali potrebbero esserne le aspettative lo si può immaginare: un prodotto facile da usare, affidabile, compatibile con le più comuni applicazioni software, Internet ready e a poco prezzo. La descrizione, in pratica, di un attuale netbook con a bordo Windows Xp a listino a 300 euro.
